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Il granchio della moglie di Cesare

Posted by on 4 Marzo 2017

Dovrebbe essere noto che la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto. L’unico a non saperlo, evidentemente, è il sindaco D’Alessandro, che con la nomina della prof.ssa Verde ha preso l’ennesimo granchio. Non basta infatti osannarne la indiscutibile esperienza tecnica: se si parlasse di dirigenza aziendale, saremmo i primi a congratularci.  Il neo-assessore, però, dovrebbe imparare da subito che in democrazia non si governa “per competenza (come nel suo caso)”, ma solo per mandato popolare. Forse l’intera maggioranza non ha ben chiara la differenza fra il Governo dei Migliori e la Democrazia, e un ripasso della filosofia greca a partire da Platone non farebbe male, e nemmeno giova l’idea che le elezioni non sono un plebiscito, come invece qualcuno crede. Non si può dunque rispettare questa scelta. Innanzi tutto, appare chiarissimo che il Sindaco ha solo cercato, maldestramente, di mestare nel torbido nel mese in cui ha proclamato ai quattro venti di voler rispettare un accordo politico con la coalizione Di Zazzo. Non tanto per la mancata conferma dell’assessorato, quanto per aver preteso una rosa di nomi, buttando nella mischia tre persone. Questo è inaccettabile sotto il profilo morale, denunciando il fatto che per certuni non esiste il rispetto della dignità altrui. Già la modalità dell’allontanamento di Di Zazzo la dice lunga sulla concezione etica di taluni; se poi si ha l’ardire, in pieno Immi-Gate, di proseguire con la metastatizzazione dell’Amministrazione ad opera di esponenti delle correnti catto-progressiste organizzate, significa che qualcuno non capisce per nulla che esistono considerazioni di opportunità politica (le vicende giudiziarie non ci interessano) su cui basare scelte e comportamenti. Il problema di certe Amministrazioni, come questa, è l’evidente confusione fra piano politico e di indirizzo e quello tecnico/esecutivo. L’incapacità dei tecnici a fornire risposte politiche dovrebbe essere chiara a tutti fin dall’epoca del governo Monti. Ma soprattutto è francamente irritante osservare che una delegata del Magnifico Rettore dell’Università diventi la responsabile dei rapporti con la stessa per conto di un altro Ente. Viene da chiedersi chi, fra Rettore e Sindaco, abbia nominato il nuovo Assessore; e soprattutto quali interessi intenda tutelare la prof.ssa Verde, se quelli del Comune o quelli dell’Università. Eppure, il Vangelo, che lorsignori per estrazione e per pratica comunitaria dovrebbero conoscere, dice che non si può servire Dio e Mammona; e nemmeno Arlecchino può servire due padroni. Anche se agli scherzi, pure fuori Carnevale, il Sindaco sembra abbonato, come al cambiamento profondo delle idee.

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